Si è scoperto recentemente che le carenze di zìnco così come quelle di cromo e di vanadio, sono in relazione con un significativo aumento nel tasso di incidenza dell’arteriosclerosi. Le carenze di zìnco secondo il dottor Walter J. Pories, “Il primo indizio del fatto che l’arteriosclerosi potesse essere collegata a una carenza di zìnco venne alla luce nel corso di una ricerca che mirava a individuare il livello di minerali traccia in un certo numero di pazienti affetti da diverse malattie. Nei pazienti affetti da arteriosclerosi si rilevarono immancabilmente ridotti valori di zinco. “Si rilevò inoltre il livello di zinco nei capelli di 25 pazienti maschi scelti a caso tra tutti quelli ricoverati presso il Medicai Center dell’Università di Rochester con diagnosi di arteriosclerosi. In tutti i casi la diagnosi era stata convalida da arteriofgrafie e, nella maggior parte dei casi, da interventi chirurgici. Di contro al livello normale di zinco nei capelli, che varia da 125 a 155 parti per milione, in questi pazienti il livello medio era di 62,2 parti per milione, cioè meno della metà del livello normale”. Non sappiamo esattamente come lo zinco possa influire sullo stato delle arterie. Un ricercatore, G. L. Duff, affermava nel 1954 in occasione di un simposio sull’arteriosclerosi: “Tutte indistintamente le osservazioni sperimentali che sono state fino ad oggi effettuate sugli effetti delle lesioni delle pareti arteriose, hanno indicato che qualsiasi lesione della parete arteriosa esercita un’azione di localizzazione e di promozione sull’evoluzione dell’arteriosclerosi. .. “. Secondo Duff, qualsiasi lesione della parete arteriosa ( dovuta per esempio ad una caduta, a una ferita, ecc.) può fornire una base all’insorgere dell’arteriosclerosi. Pories suggerisce allora che lo zinco favorisca la guarigione della ferita o della lesione, e di conseguenza riduca la possibilità di un’accumulazione locale di depositi di colesterolo.
A che cosa sono dovute le carenze di zìnco?
Vi sono molti motivi per cui l’individuo può trovarsi a soffrire di una carenza di zìnco. Il primo, e il più evidente, è una carenza di zìnco nell’alimentazione. J. F. Hodgson, del Plant, Soil and Nutrition Laboratory of the United States Department of Agriculture di Ithaca, New York, ha spiegato durante un seminario a Dallas che il contenuto in zinco della dieta individuale può subire enormi variazioni da zona a zona. Il granturco coltivato nella regione delle Grandi Pianure e nel sud-est degli Stati Uniti può possedere da 19 a 32 parti di zinco per milione. Nel nord-est e nelle regioni centro-settentrionali, tuttavia, lo stesso tipo di granturco contiene una percentuale di zinco variabile da 26 a 68 parti per milione. Nei casi estremi, si va da una percentuale di 6 parti per milione a una percentuale cento volte superiore. A seconda dei terreni in cui vengono coltivati i prodotti che compaiono sulla vostra tavola, può benissimo darsi che già ora soffriate di una carenza di zìnco estremamente reale. Se la vostra dieta è composta principalmente da alimenti prodotti su scala industriale in aziende agricole di grandi dimensioni, è molto probabile che quei terreni abbiano perso da lungo tempo lo zinco che una volta contenevano, e che questo minerale sia praticamente assente dai prodotti che consumate. Una buona fonte di minerali-traccia può essere anche l’acqua. Secondo Pories, “in certe regioni degli Stati Uniti, come per esempio il New Mexico e l’Arizona, l’acqua e il terreno contengono elevate percentuali di zinco, ma nella maggior parte delle regioni rimanenti l’acqua e il terreno contengono percentuali di zinco estremamente ridotte”. Pories afferma che in seguito alle analisi da lui effettuate l’acqua di certe zone non contiene assolutamente zinco, mentre nel terreno ve ne sono percentuali assai ridotte. Spiega inoltre che in alcune zone, anche se il terreno contiene una certa percentuale di zinco, questo è legato ad altre sostanze e non può dunque essere impiegato. La seconda ragione per cui può instaurarsi una carenza di zìnco si collega alla sua importante funzione nella cicatrizzazione delle ferite. Un incidente qualsiasi può incidere pesantemente sulle riserve di zinco dell’organismo, utilizzate per favorire la cicatrizzazione. Ciò significa che anche se in precedenza il livello di zinco nell’organismo poteva essere considerato normale, con l’utilizzazione del minerale nel processo di cicatrizzazione si verrà ad instaurare una carenza. Non molto tempo fa, Pories ebbe occasione di trattare un uomo che era stato coinvolto in un grave incidente. A sei settimane dal ricovero, le ferite non si erano ancora cicatrizzate. Le analisi mostravano che i livelli di zinco erano normali. Ciò nonostante, Pories gli somministrò forti dosi di zinco, e nel giro di due settimane le ferite si erano completamente cicatrizzate. A quanto pare, dunque, l’uomo soffriva di una carenza di zìnco utilizzabile a motivo del fabbisogno determinato dalle lesioni, anche se i livelli ematici sembravano normali. Un’altra ragione delle carenze di zìnco: “Il cocktail-party, parte integrante della vita sociale di tanti americani, rappresenta il principale fattore dell’instaurarsi delle carenze di zinco. L’alcool scarica nelle urine lo zinco accumulato nel fegato”. Particolarmente ricchi di zinco sono i prodotti del mare. Lo stesso vale per le noci, le nocciole e le mandorle, e per i semi ( specialmente quelli di girasole e di zucca). Valide fonti di questo minerale sono inoltre le verdure a foglie verdi, dato che se non si trovano in condizione di ottenerne quantità sufficienti non è possibile farle crescere. Il dottor Pories raccomanda inoltre una dieta ad alto contenuto in proteine, dato che senza proteine l’organismo non è in grado di utilizzare adeguatamente lo zinco.
IL MISTERO DELLA DIMINUZIONE DEL TASSO DI FERTILITA’
Ci chiediamo a quante, dei milioni di coppie senza figli di questo maternità e della paternità a motivo di un’alimentazione difettosa, e delle conseguenti carenze di zìnco. Messo in ombra dal gran baccano che si è fatto sulla contraccezione negli anni del dopoguerra, il cocente problema della sterilità coniugale amareggia l’esistenza di dieci milioni di coppie americane. Ed anche se per generazioni la colpa della sterilità coniugale è stata attribuita esclusivamente alla donna, in occasione del Congresso mondiale sulla Fertilità e sulla Sterilità, tenuto a Stoccolma nel febbraio del 1967, si è affermato che in una percentuale di casi che si avvicina al 50% il responsabile della mancanza di figli nel matrimonio può essere il marito. “È desolante rilevare il fatto che tanti uomini apparentemente in buona salute soffrano di una diminuzione o di una totale scomparsa della fertilità, e che questo fenomeno vada assumendo proporzioni sempre maggiori”, affermava il dottor M. Leopold Brody (Weiss Memoria/ Hospital Bulletin, novembre 1963). “Negli Stati Uniti vi sono più di cinque milioni di mariti sterili, e un numero molto maggiore di uomini la cui fertilità è molto ridotta. Le ragioni di questo fatto restano avvolte nel mistero”.
Oggi, tuttavia, iniziano ad affiorare alcuni indizi che ci possono aiutare a chiarire questo mistero. I più recenti ci provengono da uno studio che ha dimostrato in modo definitivo che una carenza di zinco porta, negli esseri umani, a sterilità e nanismo. In Iran e in Egitto, dove molte persone si nutrono quasi esclusivamente di alimenti poveri di zinco, questi ricercatori hanno visto che ragazzi apparentemente nani crescevano rapidamente e maturavano sessualmente una volta che si somministrava loro una dieta più adeguata, ricca sia di ferro che di zinco. Il dottor A. A. Prasad e i suoi colleghi, autori dello studio in questione, tennero sotto osservazione 40 ragazzi ricoverati nel reparto ricerca dell’U. S. Naval Medicai Research Unit del Cairo, e che soffrivano sia di ritardi nella crescita che di ipogonadismo (insufficiente sviluppo degli organi genitali). Gli esami effettuati nel corso della ricerca dimostrarono che se la dieta adeguata e il ferro avevano contribuito alla crescita, era stato il supplemento di zinco a favorire in maggiore misura la maturazione sessuale.
Tendenze all’indebolimento con la carenza di zìnco?
Quale rapporto ci può essere tra i risultati di questa ricerca, svolta in una regione tanto lontana su ragazzi denutriti, e la sempre maggiore incidenza della sterilità in un Paese ricco come gli Stati Uniti? Un rapporto molto stretto. Ne risulta sottolineata una tendenza assai significativa, che potrebbe benissimo rappresentare la vera radice del problema. Il fatto è che, a dispetto dell’abbondanza nella quale ci troviamo a vivere, la stessa nostra ricchezza e le nuove tecniche di trattamento e di raffinazione degli alimenti ci stanno conducendo fuori dal sentiero fiorito; forse non a una situazione di vera e propria denutrizione, ma a una situazione generalizzata di carenze marginali che potrebbero benissimo trovarsi alla radice di svariati fenomeni misteriosi che la medicina non riesce ancora a spiegare. Vogliamo riferirci non solo al crescente tasso di sterilità, ma anche ad un altro problema che a detta del dottor NathanielShafer (Pageant, aprile 1967) si sta facendo sempre più diffuso; vale a dire, alla mancanza di stimolo sessuale da parte di molti uomini nel fiore della giovinezza, che si lamentano a mezza voce di quella che si potrebbe definire “stanchezza della camera da letto”.
In che modo lo zinco può influire sulle prestazioni e sulla fertilità dell’uomo? Dallo studio del dottor Prasad sui ragazzi egiziani, sappiamo che lo zinco svolge un ruolo importantissimo nella crescita e nella maturazione delle gonadi, gli organi della riproduzione. Anche se non sappiamo in che modo lo zinco influisca sullo stato dalla prostata, sappiamo che una carenza di zinco induce mutamenti patologici nelle dimensioni e nella struttura della prostata stessa. Ed effettiva mente nel sistema riproduttivo maschile vi è un’altissima concentrazione di zinco; ciò vale per la prostata, per il liquido seminale, e soprattutto per gli spermatozoi, che contengono una percentuale di zinco superiore a quella di qualsiasi altra cellula dell’organismo umano. Se è vero, come ha affermato il dottor William Pories (uno dei pionieri della ricerca sullo zinco) in occasione della Convenzione dell’American Medicai Association (giugno 1967), che negli enzimi essenziali per il primo sviluppo degli organismi dei mammiferi è presente una minuscola percentuale di zinco, a maggior ragione si potrebbe ritenere che lo zinco rivesta un ruolo essenziale in quella funzione che richiede, all’inizio di una nuova vita, una proliferazione di cellule ancora maggiore. Se lo zinco è assente, o se vi è una carenza, può darsi che non vi sia un numero sufficiente di spermatozoi, o che ve ne sia un numero sufficiente, ma troppo deboli per poter effettuare il lungo viaggio che li separa dall’ovulo. È ormai certo, dunque, che lo zinco sia indispensabile per la fertilità dell’individuo. Può darsi allora che oggi i nostri alimenti ne siano più carenti di quanto avveniva una volta? Qualcuno ha avanzato l’ipotesi che una volta si ricavasse una sufficiente quantità di zinco dalle tubature galvanizzate (nel processo di galvanizzazione, il ferro viene ricoperto di stagno, quindi immerso in un bagno di zinco). Ma fin dai tempi della seconda guerra mondiale, la tendenza è stata quella di sostituire i tubi di ferro galvanizzato con tubi di rame. Se la casa in cui vivete è stata costruita dopo la guerra, è probabile che questa fonte di zinco vi sia stata preclusa. Allo stesso modo, anche l’acqua impiegata per irrigare i terreni in assenza di pioggia sarà carente di zinco, se viene convogliata in tubature di rame.
Gli alimenti raffinati sono poveri di zinco
Che si può dire della carne e delle patate, della verdura e del pane? Forse che questi alimenti-base della nostra dieta non contengono zinco? Dovrebbero contenerne. Ma osserviamo i dati che abbiamo a disposizione. Come ogni altro elemento minerale, lo zinco è concentrato nella buccia (crusca) e nel germe dei cereali. Si tratta proprio di quella parte che viene asportata dal grano nella produzione della farina bianca ( e che non viene certo reimmessa dal cosiddetto “processo di arricchimento”), così come dal riso quando viene brillato per farlo diventare bianco e lucido. Come avviene nel caso di tutti gli elementi- traccia, si può individuare un livello ottimale. Quando tutti quanti gli elementi non sono presenti in percentuali equilibrate, possono verificarsi tanto eccessi quanto carenze. Se per esempio consumate troppo calcio e troppo poco zinco è facile che andiate incontro a problemi. Alcuni ricercatori che stavano studiando il modo di migliorare l’alimentazione dei suini per ottenere un maggior rendimento, quando elevarono la dose di calcio al doppio di quella normale si trovarono di fronte all’insorgere di una noiosa malattia della pelle. Dato che era inverosimile che il calcio a quei livelli potesse avere effetti tossici, questi ricercatori dell’Alabama Agricultural Experiment Station pensarono che forse il calcio formava un legame chimico con qualche elemento in traccia, dando luogo ad una carenza funzionale. Quando alla dieta standard venne aggiunto dello zinco, la malattia della pelle scomparve. D’altra parte, anche un eccesso di zinco può essere nocivo. Nella letteratura medica vi sono casi di pazienti affetti da disturbi gastrici dovuti ad una quantità eccessiva di zinco, proveniente da tubature nuove di ferro galvanizzato.
Alcuni ricercatori della Michigan State University hanno scoperto che se nella dieta di un lattonzolo vi è una quantità eccessiva di zinco, questo può influire sull’assimilazione del rame, il che a sua volta può provocare anemia. Questi ricercatori rilevano che la relazione tra zinco e rame rappresenta una prova in più del fatto che per una crescita ottimale e per il mantenimento della salute è indispensabile che tutti quanti gli elementi siano presenti in percentuali equilibrate.
Il modo migliore per ottenere tutti gli elementi-traccia nella giusta proporzione è consumare alimenti naturali e non trattati, di preferenza coltivati in terreni arricchiti organicamente. Un’ottima fonte di zinco sono i semi di girasole. I semi in generale contengono tutti gli elementi necessari a provvedere alla nuova vita. I prodotti del mare sono particolarmente ricchi di zinco, specialmente le ostriche, il che potrebbe spiegare perché le ostriche si siano acquistata la fama di alimento adatto a risvegliare la virilità. Altri alimenti ricchi di zinco sono le aringhe, il fegato, i funghi, la crusca di grano, il germe di grano, il lievito di birra, le cipolle e lo sciroppo d’acero. Le uova fecondate, a motivo della presenza di spermatozoi, sono molto ricche di elementi vitali, tra i quali è incluso lo zinco. È ormai accertato che la dieta del residente statunitense medio ci fornisce zinco in una misura che va dall’80 all’85% del fabbisogno dell’individuo. Forse non si tratta di un deficit tale da portare all’ ipogonadismo, ma può benissimo darsi che ciò basti ad attenuare quella scintilla che dà gioia al matrimonio. Se guardiamo gli adolescenti d’oggi, spesso è difficile distinguere i ragazzi dalle ragazze, e questo non solo a causa delle somiglianze nell’abbigliamento e nell’acconciatura. Alimenti ricchi di zinco provenienti da terreni fertilizzati organicamente potrebbero aiutarci a rendere le vostre ragazze più femminili, e i nostri ragazzi più virili. Siamo perfettamente d’accordo con quel francese che, sentendo affermare da un oratore di piazza che tra gli uomini e le donne la differenza è ben poca, esclamò: “Vive la différence!”.