Erbe curative la loro conoscenza e l’impiego delle erbe officinali o medicinali sono antichi quanto l’uomo che da sempre si è servito di quanto offriva il mondo vegetale per prevenire e curare le malattie. Documenti sull‘erbe curative che risalgono a vari millenni or sono, ci tramandano preziose notizie sull’uso specifico, seppur ancora rudimentale, di piante e erbe a scopo terapeutico e i primi maestri in tal campo si sono rivelati soprattutto i Cinesi, gli Egiziani, gli Ebrei, i Fenici e gli Assiri, senza parlare dei Greci (tra i quali Erodoto, Ippocrate, Teofrasto, Eresia, Pedacio, Dioscoride ed Esculapio) e dei Latini (come Antonio Musa, Celso, Galeno, Catone, Virgilio e Varrone) che ci hanno lasciato dei veri e propri trattati di botanica e di erboristeria, alcuni dei quali sono rimasti in uso fino a tutto il Medio Evo; basti solo ricordare il De Materia medica di Dioscoride o la HistoriaNaturalis di Plinio. Né minor incremento si ebbe nel Medio Evo: si pensi alla famosa Scuola Laica Salernitana creatrice, nel XII secolo, del primo ‘Ortus salutaris’. Ma è presso gli Ordini monastici, soprattutto benedettini, cistercensi, certosini e francescani, che l’erboristeria trova ampio sviluppo e applicazione ed è dentro le mura di questi monasteri che sorgono veri e propri orti botanici, che nascono e si sviluppano la cosiddetta ‘medicina monastica’ e la ‘medicina dei semplici’. Le grandi scoperte geografiche, a partire dal XVI secolo, favoriscono il commercio dei prodotti erboristici, protagonisti di un momento di grande splendore sino alla fine dell’Ottocento; in seguito la moderna industria farmaceutica soppianterà quasi del tutto i rimedi naturali con quelli sintetici o chimici. Oggi fortunatamente, si avverte un graduale seppur lento ‘ritorno alla natura’. La tisana digestiva ne è un esempio.
ALCUNE REGOLE GENERALI QUANDO ASSUMERE UN PREPARATO DI ERBE MEDICHE
Ciascun preparato di erbe curative è particolarmente efficace se somministrato nel periodo della giornata più indicato. Al mattino a digiuno è il momento di assumere: depurativi, lassativi e purganti, diuretici, cicatrizzanti dello stomaco e dell’intestino, vermifughi e clisteri. Alle ore 10 o 16 (ovvero due ore prima dei pasti) si prendono neurotonici, antìgottosì, antireumatici, cardiotonici, epatoprotettori, emmenagoghi, antisettici, antitosse, antipiretici. Venti minuti prima dei pasti hanno la loro massima efficacia: ricostituenti, antiacidi, remineralizzanti. Dopo i pasti si assumono: antiacidi, digestivi, sedativi, carminativi, antifermentativi, calmanti dei dolori gastrici, antisettici intestinali. Prima di coricarsi: infine, ipnotici, sedativi, lassativi, cardiotonici e prodotti atti a migliorare la circolazione.
COME DOSARE LE ERBE CURATIVE
Una manciata: circa 25-30 grammi di erbe secche e triturate. Un pugno: circa 8-10 grammi di erbe secche triturate.
Un pizzico (porzione assunta con la punta delle tre dita): circa 2 o 3 grammi di erbe secche triturate.
Un cucchiaio: circa 5 grammi di erbe secche triturate.
Un cucchiaino: circa 2 grammi di erbe secche triturate.
COME SI USANO I PREPARATI DI ERBE CURATIVE
Decotto: si tratta di una bevanda ottenuta versando la porzione prescritta di erbe in acqua fredda e portandola a ebollizione.
Impiastro: è un medicamento di piante pestate, steso su garza e da applicare sulla parte del corpo interessata dalla malattia.
Infuso: per ottenerlo si versano le parti della pianta in acqua bollente coprendo il recipiente con un coperchio e lasciando riposare per qualche tempo. Durante il filtraggio si abbia l’accortezza di strizzare il residuo per sfruttare bene i contenuti delle erbe (l’infuso è il rimedio più usato perché con questo sistema il principio attivo della pianta non va in ‘fumo’).
Macerazione: è un procedimento a freddo per il quale si possono usare tanto l’acqua quanto l’alcool e i vini; si effettua lasciando a bagno le erbe a temperatura ambiente per alcune ore (generalmente da 2 a 12); nel vino anche 10 giorni. Trascorso il tempo prestabilito filtrare il prodotto, attraverso una tela, e berlo. Polvere: si ricava dalle piante seccate all’ombra, finemente polverizzate e setacciate. Sul piano dell’applicazione le polveri offrono alcuni vantaggi pratici: il dosaggio e la somministrazione sono molto facili; possono essere assunte per via orale (sciolte in un liquido o amalgamate con miele o marmellata) oppure in cachet; sono molto utili nella terapia locale delle infezioni dermatologiche, come polveri aspersorie, assorbenti e protettive. La dose media delle polveri è da 0,5 a 1 grammo; vanno somministrate 2-3 volte al giorno prima o dopo i pasti.
Pomata o unguento: è un preparato semi liquido per uso esterno, formato da sostanze erbacee miste a grassi.
Sciroppo: è una preparazione liquida ma densa, a base di zucchero o miele (200 gr. in 200 cl di acqua calda), in soluzione concentrata di sostanze erbacee medicamentose.
Tintura: si ottiene con la macerazione di erbe in alcool in tempi e modalità prescritte. Infine si filtra e si conserva in una bottiglia ben tappata.
Tisane: la dose media per le tisane è di 3 bicchieri al giorno, ripartiti secondo convenienza. Per addolcire tutti i preparati a base di erbe si consiglia di far uso il miele perché, oltretutto, è esso stesso un rimedio.
QUANDO RACCOGLIERE LE ERBE MEDICINALI?
Innanzitutto la cura attraverso le erbe curative non vuole e non deve sostituire la cura farmacologica, né tanto meno l’erborista può sostituirsi al medico. Premesso ciò, non può essere disconosciuta l’estrema utilità di queste piante che per molti secoli hanno alleviato e curato tante malattie. Ma perché esse, come nel passato, rendano disponibili tutte le loro virtù terapeutiche e medicamentose è opportuno conoscerne il tempo della raccolta, le modalità di conservazione e di utilizzo. Ogni pianta ha un suo periodo di maturazione durante il quale va raccolta, essiccata e conservata; i tuberi e i bulbi invece vanno raccolti, in ogni caso in autunno e conservati freschi. È importante che l’essiccazione avvenga in luogo fresco, asciutto e molto ventilato. Attenendosi a queste precauzioni le piante conserveranno tutti i loro principi attivi anche allo stato secco. Come ho detto sopra, il problema principale è quello di raccoglierle al momento giusto, ossia nel ‘tempo balsamico’ che varia da pianta a pianta. Non potendo riportare tutti i casi darò alcuni esempi inerenti le erbe curative:
Radici e rizomi: si raccolgono in autunno. Quando la pianta è in riposo vegetativo, in genere in autunno per le annuali o biennali e all’inizio della primavera per quelle perenni.
Foglie: in genere poco prima della fioritura, quando sono completamente sviluppate ma ancora giovani.
Steli e parte aerea: nello stesso periodo consigliato per le foglie, in genere poco prima o durante la fioritura.
Fiori: vanno prelevati all’inizio della fioritura della pianta, quando non sono ancora completamente aperti, oppure nel corso della fioritura.
Frutti: salvo particolare indicazione debbono essere raccolti nella loro completa maturazione.
Bulbi: dopo la fioritura, quando la parte aerea inizia ad appassire.
Tuberi: al momento della fioritura, quando sono più ricchi di sostanze nutritive.
Corteccia: quella delle conifere e di piante resinose in primavera; per gli altri alberi, se adulti in inverno, se giovani in autunno.
Frutti: quando sono in piena maturazione e cambiano colore.
Semi: come per i frutti, si raccolgono quando sono in piena maturazione e la pianta inizia a seccare (poco prima che li perda autonomamente). Allorché si ricerca una pianta si tenga presente che, a seconda della latitudine, del clima, dell’altitudine e di altri fattori, il ciclo della stessa può variare. Ne consegue che un vegetale che in riva al mare fiorisce, per esempio, in maggio, al nord in una zona di pianura può fiorire con qualche settimana di ritardo. Similmente, tutte le altre sue parti rifletteranno questa sfasatura che ci indurrà quindi a posticipare o anticipare la raccolta.
Leggendo qua e la sull’erbe medicinali
Dalla penosa colite ti salva il decotto molliente di malva.
Una patata frullata cruda al giorno ti toglie gastrite ed ulcera di torno
Con il fegato ingrossato non mangiar cibo pepato.
Quando ha provato il fegato le coliche non bere mai le bevande alcoliche .
E se ti affligge il prurito molesto cura solerte il fegato, ma presto.
All’orecchio va la mano quando il rene non è sano.
Per sollevar dall’asma l’affanno fuma pur lo stramonio senza danno.
Quando il retto è infiammato il fegato è malato.
Con l’infuso di gramigna il dolore se la svigna.
E con la barba di granturco falla in infusione e dalle vie urinarie ne va l’infiammazione
Dal diabete vuoi guarir? di lupini il caffè devi sorbir.
Se dai mali vuoi star lontano, piedi caldi e cappello in mano.
Se la mano a grattar ti porta, il diabete è alla patta.
Una buona e ottima dieta ogni male ti acquieta.
Ed il colesterolo vincerai se del carciofo le foglie userai.
Le foglie dell’ulivo in infusione normai fan tornare la pressione.
Quando il reuma t’affatica usa l’infuso dell’ortica.
Quando il cuore è malandrino prendi il fior del biancospino.
E con gli infusi d’erbe mane e sera depurerai il sangue a primavera.
Una tisana di camomilla rende la vita bella e tranquilla.
Ma l’ultima ricetta ascolta attento: se vuoi vivere e star bene, prendi il mondo come viene. FRA’ DOMENICO PALOMBI.
COME CONSERVARE LE ERBE MEDICINALI
Per le erbe curative che andranno poi conservate occorre seguire alcuni accorgimenti al momento della raccolta. Le parti vegetali non devono essere raccolte bagnate (dalla rugiada, dalla pioggia, dall’acqua di annaffia tura), perché l’eccessiva umidità può alla lunga causare fermentazioni o deterioramento. Il momento migliore è la mattina, quando la rugiada si è già asciugata ma il sole non è ancora eccessivamente forte, o la sera verso verso il tramonto. Per non ridurre le virtù medicinali è meglio che le parti da conservare non vengano lavate in acqua, sarà sufficiente strofinarle con un panno umido. Per quanto riguarda la conservazione domestica, mentre per le erbe a uso alimentare si potrà ricorrere anche alla congelazione o alla conservazione sottolio, per quelle officinali sarà meglio procedere all’essiccazione (tralasciando la distillazione o l’estrazione degli oli essenziali). Il procedimento di essiccazione è un’operazione che va seguita con particolare attenzione, poiché da essa dipende l’integrità delle proprietà terapeutiche.
ERBE MEDICINALI: CONSIGLI PER UNA CORRETTA ESSICCAZIONE
La pianta va mondata di eventuali parti deteriorate o colpite da parassiti e malattie. A meno che non vengano date indicazioni particolari, le parti raccolte non vanno lasciate al sole per non alterarne i principi attivi e non vanno essiccate a calore eccessivo. # Nel caso si utilizzi il forno per le erbe curative è bene non superare i 30-35 °c per le parti aeree e i 50-60 °c per radici e rizomi. # Se non viene utilizzato il forno, la pianta va in genere essiccata in locali ombrosi, asciutti, ventilati, in cui la temperatura si mantenga costantemente intorno ai 20-30 °c (in inverno si ricorrerà a termosifoni elettrici o ventilatori ad aria calda). # Il tempo di essiccazione varia a seconda della parte utilizzata. In genere si consigliano 15-20 giorni per radici, fusto e cortecce, 8-1 O giorni per le foglie, 3-4 giorni per i fiori. # Tuberi, radici e rizomi prima di essere sottoposti al processo di essiccazione vanno puliti con cura e tagliati a pezzi (4-5 cm), a listarelle o spezzati a Seconda delle dimensioni. Possono poi venir essiccati al sole o in forno. # Fusti e steli con foglie e fiori andranno raccolti in fasci lenti e appesi capovolti nel locale d’essiccazione. Potranno anche venire stesi in strati sottili a, (3-4 cm) su graticci appositamente :e predisposti, rigirandoli pìù volte nel corso del procedimento perché si essicchino in modo uniforme e si evitino processi di fermentazione.
ERBE MEDICINALI: CONSIGLI PER UNA CORRETTA ESSICCAZIONE ESSENZIALE
# Le erbe curative potranno dirsi perfettamente essiccate non appena diverranno fragili. A questo punto andranno sempre maneggiate con cura cosi da non sbriciolarle. Della pianta seccata si potranno staccare le foglie più grandi, e mentre sarà bene conservare insieme a rametti più esili e le foglie piccoline. Un metodo certo per controllare la sa corretta essiccazione consiste nel mettere una parte della pianta in un vasetto a chiusura ermetica: se dopo qualche giorno non compaiono sulle pareti del vaso segni di umidità, l’erba può essere messa in dispensa. # I semi potranno essere estratti dalle ombrelle essiccate semplicemente strofinandole tra le mani o battendole piano su un foglio di carta; lasciateli poi essiccare ulteriormente per altri 7 giorni , dopo averli passati con un setaccio per pulirli da polvere e parti dì pianta. # Le erbe curative vanno conservate in vasetti di terracotta o vetro chiusi ermeticamente, sacchetti di carta, scatole di cartone o latta stagnata. I contenitori vanno etichettati con nome e data di inizio conservazione e poi posti al riparo da luce, umidità e polvere. # Non conservate mai quantità eccessive di erbe perché spesso i principi la attivi si volatilizzano con l’andare del tempo. La morte della cellula vegetale, infatti, non avviene in modo repentino e una certa attività biochimica prosegue ancora per un certo periodo anche dopo l’essiccazione. In genere si consiglia di rinnovare ogni anno (meglio ancora ogni 6 mesi) le scorte del nostro pronto soccorso verde.
PREPARATI DI ERBE MEDICINALI AD USO INTERNO
Le piante medicinali possono venire assunte in vari modi. Sottolineando che molti vegetali possono essere consumati quotidianamente come aromi sul cibo, come verdura, frutta o come succo fresco, diamo di seguito un breve elenco dei possibili preparati a base di piante medicinali. Facciamo riferimento ai metodi di preparazione facilmente proponibili a livello domestico, tralasciando quelle che vengono generalmente definite “preparazioni galeniche”, in genere acquistabili in farmacia e che richiedono i dosaggi e la consulenza di un farmacista o di un erborista esperto.
LE TISANE
Sono preparati che sfruttano l’effetto solvente dell’acqua calda o fredda. I procedimenti per la preparazione della tisana sono principalmente tre: decotto, infuso e macerato. Di volta in volta, a seconda del tipo di erbe curative e della parte di pianta utilizzata, si sceglierà il più adatto. Si deve tenere presente che le erbe aromatiche e i fiori (tranne alcune eccezioni) non vanno bolliti perché il calore distruggerebbe i principi attivi in essi contenuti; in questi casi sarà bene preferire l’infuso o la macerazione. Per parti di vegetali più dure (bacche, corteccia, semi, radici) si potrà invece scegliere la decozione oltre che il macerato. Nel caso si desideri rendere le tisane più gradite al palato, si consiglia l’uso del miele (vergine integrale) il quale, ricco di principi naturali, si sposa bene con le erbe.
INFUSO
L’infuso si utilizza per tutte quelle erbe curative particolarmente ricche di principi attivi che si volatilizzano velocemente al contatto con liquidi o calore. Si versa acqua calda sulle droghe poste in un recipiente di vetro o terracotta; dopo un periodo di riposo o infusione (5-10 minuti), si mescola e si filtra. L’infuso va assunto subito dopo la preparazione, per evitare che i principi attivi si disperdano con il vapore.
DECOTTO
L’erba medicinale va posta in acqua fredda in un recipiente provvisto di coperchio e portata a ebollizione, lasciando poi sobbollire per un tempo variabile dai 5 minuti (fiori, foglie, parte aerea) ai 10-20 minuti (radici, cortecce, frutti). Come l’infuso, anche il decotto va assunto appena pronto per evitare il disperdersi dei principi attivi.
MACERATO, TINTURA O OLEOLITI
Preparati che richiedono un tempo maggiore dei due precedenti. Le droghe vanno poste a riposare in acqua fredda (o olio, vino, alcol, sempre a freddo) per un periodo che varia da un giorno a più settimane a seconda del tipo di erba e del tipo di solvente (liquido) utilizzato. Tutte le operazioni vanno eseguite a freddo. Una parola va spesa per i vini medicamentosi, una buona usanza del passato che sta ritornando oggi in auge assieme alla passione per la raccolta delle erbe. Vanno preparati utilizzando vini, bianco o rosso, di buona gradazione (anche marsala o porto) seguendo attentamente le dosi e le modalità descritte nelle ricette. Si somministrano poi a cucchiai o a piccoli bicchieri. Oltre a tisane, a uso interno vengono frequentemente consigliati gli sciroppi, specie nel caso si voglia curare bambini ai quali può risultare sgradevole il sapore delle erbe in tisana. Gli sciroppi altro non sono che un liquido denso a base di zucchero o miele, in cui è stata disciolta una data dose di preparato di erbe.
PROPRIETÀ TERAPEUTICHE DELLE ERBE CURATIVE
AFRODISIACO: stimola l’attività sessuale. Sedano, santoreggia, salvia.
AMAROTONICO: stimola l’appetito e la digestione. Carciofo, camedrio, cicoria, genziana, luppolo, tarassaco, verbena, alloro.
ANAFRODISIACO: rallenta l’attività sessuale. Lattuga, luppolo, maggiorana.
ANALETTICO: stimola il centro nervoso della circolazione. Biancospino, passiflora, valeriana.
ANALGESICO: calma il dolore Melissa, tiglio, valeriana, calendula, camomilla.
ANTIANEMICO: fa aumentare i globuli rossi. Cipolle, cavoli, carote, rape, sedano, prezzemolo, finocchi, barbabietole rosse.
ANTIASMATICO: calma gli accessi d’asma. Lavanda, valeriana, salvia, tiglio.
ANTIARTERIOSCLERTICO: impedisce l’indurimento delle arterie. Asparago, betulla, biancospino, carciofo, ortica, rosmarino, rovo, salvia, vischio.
ANTICANCEROGENO: previene il cancro. Aglio, calendula, cavolo, salvia, vischio.
ANTICEFALALGICO: elimina i dolori della testa. Basilico, melissa, menta, tiglio.
ANTIEIMINTICO: sinonimo cli vermifugo. Aglio, cipolla, semi di zucca.
ANTIDIARROICO: combatte e arresta la diarrea. Rovo, fragola, cavolo, quercia.
ANTIPIRETICO: combatte la febbre. Salice, olivo, genziana, borragine, alloro.
ANTISPASMODICO: calma i crampi. Camomilla, menta, melissa, rosmarino, basilico.
ANTIEMORRAGICO: arresta le emorragie. Borsa di pastore, coda di cavallo, ortica, rovo, salvia, tiglio.
ANTIGOTTOSO: guarisce la gotta. Granoturco, gramigna, ortica, alloro.
ANTIREUMATICO: combatte i reumatismi, l’artìte, l’artosi e le affezioni ai tendini e ai muscoli, compresa la gotta. Alloro, ortica, gramigna, equiseto, cipolla, ciliegio, carciofo, fragola, ginepro.
ANTIULCEROSO: calma i dolori e aiuta la cicatrizzazione. Carota, cavolo, mela, patata, coda di cavallo, ortica, parietaria;
ANTISCORBUTICO: arresta lo scorbuto, malattia dovuta a carenza di vitamina C. Tarassaco, salvia, carota, cavolo, cipolla.
ASTRINGENTE: restringe e rassoda i tessuti. Betulla, carota, coda di cavallo, rovo, pungitopo, fragola.
ANTISUDORIFERO: limita l’eccessiva sudorazione. Quercia, noce, salvia, rovo.
APERITIVO: stuzzica l’appetito e aiuta la digestione. Genziana, centaurea, menta, camedrio, carciofo, cicoria, tarassaco, verbena.
BECHICO: che calma la tosse. Uva secca, fichi secchi, malva, tiglio, violetta.
BALSAMICO: facilita l’espettorazione. Pino, ginepro, tiglio, menta, malva.
CALMANTE: calma il sistema nervoso ed alcuni dolori. Bardana, tiglio, biancospino, ortica, parietaria, passiflora, camomilla, valeriana.
CARDIOCINETICO: rafforza le contrazioni del cuore e ne rallenta il ritmo. Valeriana, passifllora, biancospino
CARDIOTONICO: aumenta la forza di contrazione del cuore e regolarizza la frequenza cardiaca. Valeriana, biancospino, passiflora.
CARMINATIVO: favorisce l’espulsione dei gas intestinali.Santoreggia, menta, valeriana, sedano semi, finocchio semi, camomilla.
CICATRIZZANTE: provoca la cicatrizzazione di piaghe e ferite. Ortica, bardana, parietaria, rovo.
COLAGOGO: attiva il versamento della bile contenuta nella cistifellea. Centaurea, cicoria, carciofo, genziana, tarassaco, salvia, lattuga, olivo
COLETERICO: attiva la produzione di bile. Betulla, carciofo, tarassaco, tiglio, calendula, menta, melissa, cicoria, genziana.
DEPURATIVO: purifica l’organismo. Betulla, borragine, bardana, ortica, salvia.
DIAFORETICO: provoca il sudore. Camomilla, calendula, tiglio, parietaria.
DIURETICO: favorisce l’eliminazione dell’urina. Coda di cavallo, betulla, fragola, gramigna, parietaria, porro, ortica, tiglio, pungitopo, ciliegio.
EMMENAGOGO: regolarizza e facilita le mestruazioni. Alloro, borsa pastore, calendula, camomilla, prezzemolo, melissa, menta, rosmarino, verbena.
EMOLLIENTE: diminuisce l’infiammazione dei tessuti irritati. Malva, tiglio.
EMOSTATICO: arresta le emorragie. Borsa pastore, ortica, coda di cavallo.
ESPETTORANTE: favorisce l’espulsione del catarro. Pino, alloro, tiglio, malva, violetta, parietaria, cipolla.
EUPEPTICO: migliora i processi digestivi. Genziana, camomilla, rosmarino.
FEBBRIFUGO: combatte la febbre. Aglio, tiglio, camomilla, genziana, olivo.
GALATTOGENO: favorisce la secrezione lattea. Galega, basilico, luppolo.
IPERTENSIVO: aumenta la pressione arteriosa. Borsa pastore,CARDIO MARIANO, rosmarino.
IPNOTICO: provoca il sonno. Biancospino, luppolo, valeriana, melissa.
IPOCOLESTEROLEMIZZANTE: abbassa il colesterolo. Carciofo, eupatorio, melanzana, betulla.
IPOTENSIVO: abbassa la pressione sanguigna.Vischio, cipolla, biancospino, olivo, aglio, tiglio, riso, calendula, noce.
LASSATIVO: regola le funzioni intestinali. Camedrio, carota, malva, cicoria, mela, porro, tarassaco, viola, olivo, zucca.
PETTORALE: esercita azione espettorante. Malva, fichi secchi, uva secca.
SEDATIVO: agisce sul sistema nervoso diminuendo l’eccitabilità. Valeriana, passiflora, biancospino, camomilla, melissa, luppolo, tiglio, menta.
SONNIFERO: favorisce il sonno. Valeriana, passiflora, e tutti i sedativi.
STIMOLANTE: aumenta temporaneamente l’attività nervosa o muscolare. Prezzemolo, basilico, rosmarino, santoreggia, salvia, vischio.
STOMACHICO: attiva la digestione. Centaurea, cicoria, genziana, ginepro, luppolo, melissa, camomilla, carciofo, menta, noce, rosmarino, tarassaco.
TONICO: aumenta e regolarizza l’equilibrio dell’organismo. Aglio, menta, genziana, tarassaco, rosmarino, salvia, centaurea, santoreggia.
VASOCOSTRITTORE: provoca il restringimento dei vasi sanguigni. Ortica, noce, cipresso, ippocastano,cardio mariano.
VASODILATATORE: dilata le piccole arterie e i vasi capillari, al fine di abbassare la pressione arteriosa. Aglio, biancospino, pervinca, olivo, vischio.
VULNERARIO: favorisce la cicatrizzazione di piaghe e ferite. Calendula, camomilla, equiseto, ginepro, salvia, verbena, ortica.
PREPARATI DI ERBE MEDICINALI AD USO ESTERNO
Per quanto riguarda le applicazioni esterne delle erbe curative è importante che la pelle sia integra; l’applicazione su ferite aperte va fatta esclusivamente dove specificatamente indicato e dietro consiglio medico, poiché facilmente le ferite a contatto con erbe o altri agenti possono infettarsi.
POLVERE
Polvere: dopo aver essiccato le erbe curative , si polverizzano e si setacciano. Le piante così preparate potranno essere assunte diluite nell’acqua o sotto forma di cachet. Per uso esterno possono essere impiegate nella cura delle affezioni della pelle, come polveri assorbenti e protettive.
BAGNO
Bagno: prevede l’immersione del corpo o di una sua parte in una soluzione acquosa arricchita da un infuso o un decotto di erbe curative prescritte, per un tempo di solito inferiore ai 20 minuti. Il bagno completo comporta l’immersione del corpo del paziente fino all’altezza del torace (cuore escluso), il semicupio l’immersione fino all’altezza dei reni. Il semicupio richiede un quantitativo di erbe dimezzato rispetto al bagno completo. Il bagno locale, infine, si concentra su una ridotta parte del corpo, per esempio mani, piedi, occhi.
CATAPLASMA – IMPIASTRO
Cataplasma o impiastro: è un preparato di consistenza molle confezionato pestando piante fresche, o cuocendo in acqua o latte o a vapore una o più droghe polverizzate fino a ridurle in pasta. Il cataplasma, tiepido o freddo, si stende su una garza e si applica esternamente sulla parte dolorante.
COMPRESSA
Compressa: consiste nell’immergere una pezzuola in un determinato preparato di erbe curative (infuso, decotto, succo ecc.) in modo che si imbeva. Dopo di che si applica sulla parte dolorante per il tempo prescritto; può essere calda o fredda.
CLISTERE
Enteroclisma o irrigazioni: il preparato liquido si introduce con una cannula o una peretta nel canale anale (enteroclisma) o in quello vaginale (irrigazione), ma anche nel condotto uditivo tramite una siringa senza ago. Il preparato non dovrà essere né troppo freddo né troppo caldo (intorno ai 30-35 °C).
GARGARISMI
Gargarismi e sciacqui: si introduce in bocca il preparato liquido in piccoli sorsi e, dopo averlo mosso· per disinfettare le parti malate, lo si espelle senza inghiottirlo.
LOZIONI
Lozioni: liquido in cui si imbeve un batuffolo di cotone che poi viene passato delicatamente sulla parte da curare. In genere si utilizzano infusi o decotti, mentre gli oleoliti o i macerati alcolici vengono utilizzati per frizioni e massaggi.
POLPA E SUCCO FRESCO
Polpa e succo freschi: la pianta fresca viene ridotta in polpa mediante l’utilizzo di un frullatore o di un mortaio. Se poi si vorrà utilizzare il succo occorrerà passare la polpa in un telo a trama fine e strizzare il tutto per estrarne il succo. Per il succo, in taluni casi si potrà usare anche uno spremiagrumi o una centrifuga. Sia nel caso della polpa che del succo, occorre impiegare il preparato immediatamente, o comunque entro breve, conservandolo in frigorifero poiché è facilmente deteriorabile.
POMATE
Pomate e unguenti: preparati semiliquidi in cui le erbe vengono mescolate a sostanze grasse (in casa spesso vengono utilizzati olio o burro) e massaggiate sulla parte da curare .
INALAZIONE – AEROSOL
Suffumige o fumigazione: si dice secco quando si bruciano determinate quantità di vegetale sopra un braciere e se ne aspirano col naso i fumi. Si definisce umido allorché si pongono i vegetali dentro una pentola d’acqua bollente e se ne aspirano i. vapori che ne scaturiscono.
DOSI E TEMPI ERBE CURATIVE
Le dosi proposte nel testo devono ritenersi indicative. Esse corrispondono mediamente a quelle che potrebbero andar bene per una persona adulta e sana e quindi possono variare per difetto in relazione a diversi fattori e situazioni (età, stato psicofìsico, sensibilità individuale, gravidanza ecc.). Nei soggetti anziani possono venire anche ridotte a meno di metà, mentre misure molto minori (1/8 o 1/10) possono bastare per bambini piccoli. In. ogni caso ricordiamo ancora una volta che è indispensabile consultare sempre un medico e attenersi alle sue prescrizioni prima di intraprendere qualsiasi cura con piante medicinali. Per quanto riguarda le misure d’impiego delle piante, possono risultare utili le indicazioni riportate in fondo a questa pagina. Queste misure devono ritenersi indicative, in quanto possono variare anche sensibilmente a seconda della diversa capienza che può avere uno stesso tipo di contenitore, e del tipo o parte di droga o liquido impiegato (fiori, foglie, radici, cortecce, liquidi acquosi, liquidi oleosi, liquidi vinosi, liquidi alcolici ecc.).
LE ERBE CURATIVE E LE VITAMINE
VITAMINA A: favorisce la crescita, aumenta la resistenza dell’organismo alle malattie, giova al miglioramento della vista, agisce sul ricambio. sulle mucose, sulle secrezioni dello stomaco e del pancreas. Dove si trova: carote gialle, albicocche, arance, banane, fagioli. Cavoli, patate e spinaci. VITAMINA B: stimola l’appetito, equilibra il sistema nervoso e facìlita l’assimilazione dei glucidi, cioè degli zuccheri e dei carboidrati. Dove si trova: asparagi, avena, fichi, orzo, piselli, riso, soja e tuorlo d’uovo. VITAMINA C: è contro i reumatismi, fa bene ai raffreddori, è ottima per depurare il sangue e distruggere le tossine. Dove si trova: ciliegie, cipolle.fragole.funghi, mandarini, limoni. pesche e rape. VITAMINA D: nota per le sue qualità antirachitiche, fissa il calcio e aiuta la formazione delle ossa. Altri tipi di vitamina D sono indicati per curare il tetano, per aumentare il tasso di calcio nel sangue. Dove si trova: olio di fegato di merluzzo, tuorlo d’uovo e latte. VITAMINA E: fa bene ai muscoli e ai nervi, giova all’equilibrio ormonale e sessuale. Essa è nota come la vitamina della ‘fecondità’, viene usata nei casi di sterilità maschile e femminile, per combattere l’aborto naturale, il diabete, l’arteriosclerosi. Dove si trova: frumento, burro, uovo, salvia, insalata. VITAMINA F: col nome di vitamina F si designano alcuni grassi polinsaturi che, analogamente agli aminoacidi essenziali, non possono essere fabbricati dal nostro organismo, da qui la necessità di introdurli attraverso la dieta. Secondo recenti orientamenti il fabbisogno quotidiano di acidi grassi polinsaturi è pari all’l % dell’apporto calorico giornaliero. Questi acidi sono particolarmente abbondanti in alcuni olii vegetali, come: l’olio di arachidi, di maIs e di olivo. VITAMINA H (detta anche biotina o coenzima R°): favorisce l’accrescimento in generale, agisce sul ricambio del ferro dell’organismo, cura alcune infezioni, combatte validamente la seborrea ed è efficace nella crescita dei capelli. Dove si trova: fagioli, lenticchie e piselli secchi. VITAMINA K: nota come la vitamina della coagulazione del sangue, è usata nella cura della tubercolosi, in certe disfunzioni del fegato e serve in chirurgia per per rafforzare le difese prima di un intervento di una certa gravità. Dove si trova: cavoli, spinaci, patate e fragole. VITAMINA P: aumenta la resistenza dei vasi sanguigni diminuendone la flessibilità. Dove si trova: succo delle arance e dei limoni. Si tenga presente che spesso a causare la malattia è sufficiente la carenza di una determinata vitamina che presiede alla funzione corrispondente; da questo punto di vista le piante risultano utilissime poiché sono tra le sostanze organiche più ricche di vitamine.
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