La carenza di magnesio è sempre a rischio? Magnesio e calcio dipendono l’uno dall’altro per la loro efficacia. La carenza di magnesio porta a problemi molto seri. In effetti, è solo lavorando insieme che sono in grado di fornire il massimo beneficio per il corpo umano. Se c’è una cosa che secoli di ricerca ci hanno detto è che la salute ottimale si basa sull’equilibrio.
Da questo segue che la dieta dei bambini in età prescolare, che consiste principalmente di latte e di cereali raffinati, manca quasi completamente di magnesio. Nei processi chimici che avvengono nell’organismo vi è uno strano antagonismo tra il magnesio e il calcio. E. V. McCollum, che ha effettuato lunghe ricerchesul magnesio, nel suo libro The Newer Knowledge of Nutrition (Macmillan) afferma che nella dieta una quantità eccessiva di magnesio influisce sulla capacità dell’organismo di utilizzare il calcio, anche se questo fatto dipende a sua volta dall’assenza di una sufficiente quantità di fosforo. È facile capire l’importanza del calcio e del fosforo nella nutrizione, come pure l’importanza del loro rapporto reciproco. Ciò significa che questi due elementi debbono presentarsi in una certa proporzione. Adesso siamo giunti a pensare che questa proporzione sia addirittura più importante di quel che credevamo.
Non solo, infatti, è essenziale per il corretto svolgimento del metabolismo del calcio, ma anche per quello del magnesio. È possibile che molti di noi non assumano una quantità sufficiente di magnesio, per la semplice ragione che molti di noi non consumano una sufficiente quantità di verdure verdi.Dai risultati delle ricerche svolte a questo riguardo, sembra che il magnesio sia responsabile dello stato di salute dei nervi e dei muscoli; che sia necessario per mantenere la normale struttura dei tessuti in crescita; che contribuisca alla formazione dello scheletro nei bambini; che attivi certi enzimi presenti nell’organismo, processo assai importante per la digestione, specialmente per la digestione dei carboidrati.Viene anche impiegato, sotto forma di prodotti chimici di sintesi, sia come lassativo che come antiacido. Il citrato di magnesio e il solfato di magnesio esercitano un’azione lassativa, mentre l’idrossido di magnesio (latte di magnesia) è un antiacido.
Sintomi da carenza di magnesio
Sarebbe difficile programmare una dieta completamente priva di magnesio. Ma al fine di esplicitare gli effetti di una carenza di magnesio, .McCollum e i suoi collaboratori escogitarono una dieta di questo tipo, e la somministrarono a un gruppo di animali da laboratorio. Videro allora che gli animali del gruppo campione, a differenza di quelli del gruppo di controllo, cominciavano a manifestare i seguenti sintomi: dilatazione dei vasi sanguigni, deperimento, danni ai polmoni, perdita del pelo, pelliccia ruvida e appiccicosa, diarrea ed edema. Videro inoltre che i ratti mantenuti a corto di magnesio erano soggetti a una condizione di iperccitabilità, e anche a una forma di tetania, cioè di convulsioni. Vi sono anche altri quadri clinici in cui può esser presente una carenza di magnesio, ma questa è di difficile individuazione, dato che i sintomi manifesti mancano o sono mascherati da altri.
Una di queste malattie è il kwashiorkor, dovuta ad una carenza di proteine e di calorie. È comparso su Pediatrics (voi. 33, 1963) uno studio di C. C. Linder e collaboratori riguardo a questo argomento. Linder rileva che i bambini che soffrono di kwashiorkor presentano anche una grave carenza di magnesio. Nel loro organismo è presente meno della metà del quantitativo normale di questo minerale. Quando ai bambini viene somministrata una dieta appropriata, il bilancio totale del magnesio torna ad essere positivo.
Anche gli alcolisti cronici tendono a manifestare livelli di magnesio particolarmente ridotti, e in particolare ciò avviene per i pazienti affetti da delirium tremens, quelle allucinazioni e quei tremiti incontrollabili che si evolvono in seguito al protratto abuso di alcolici. Spesso il controllo del delirium tremens può essere coadiuvato proprio da una terapia a base di magnesio. Il dottor Edmund B. Flink, presidente della West Virginia University School of Medicine, venne per la prima volta condotto ad ipotizzare una relazione tra il delirium tremens e la carenza di magnesio quando si avvide che i sintomi manifestati da due pazienti, dei quali uno era un alcolista, mentre il secondo era semplicemente un caso di grave carenza di magnesio, erano virtualmente identici. Proprio come l’alcolista, il paziente carente di magnesio manifestava tremiti incontrollabili, disorientamento, confusione mentale, esagerazione dei riflessi, e soffriva di allucinazioni. Prelevando campioni di sangue da altri pazienti alcolisti, Flink rilevò in molti un ridotto livello di magnesio nel siero. E si trattava presumibilmente di coloro i quali avrebbero reagito ad una interruzione del consumo di alcol con un attacco di delirium tremens.
Da come le fasi successive del lavoro del dottor Fink vengono descritte in un lungo comunicato stampa della West Virginia University, il passo immediatamente successivo consistette nel verificare l’ipotesi che l’insorgere del DT fosse provocato o facilitato da una carenza di magnesio, di contro al dato di fatto evidente che una percentuale rilevante di coloro che soffrono della sindrome da svezzamento da alcol riescono a superarla senza la somministrazione di magnesio. Per chiarire i termini della questione, Flink e i suoi colleghi condussero un esperimento con undici alcolisti cronici sottoposti a trattamento per il delirium tremens. A cinque dei pazienti vennero somministrate delle iniezioni di magnesio, mentre gli altri sei vennero messi a dieta, una dieta speciale specifica per gli alcolisti. Tutti quanti guarirono dal delirium tremens, ma accurate misurazioni della quantità di magnesio assunta ed evacuata dimostrarono che la dieta speciale, in misura quasi pari a quella che si verificava con le iniezioni, forniva al paziente una quantità di magnesio superiore a quella che il corpo andava eliminando, e che al momento in cui i pazienti vennero considerati guariti, le loro precedenti carenze di magnesio erano state superate.
L’alcol causa dei problemi di magnesio?
Nel tentativo di scoprire le cause del DT, i ricercatori di altre istituzioni somministrarono agli alcolisti una dieta appropriata, vitamine e forti dosi di alcol. La sospensione dell’alcol dopo un periodo di 48 giorni portava all’insorgenza dei tipici sintomi del DT. Anche una riduzione della somministrazione giornaliera di alcol dell’ordine del 25% portava a sintomi da astinenza. Nella misura in cui la dieta era attentamente calcolata, questo fatto sembrava gettare l’ombra di qualche dubbio sulla ipotesi di Flink, per cui la dieta insufficiente dell’alcolista porterebbe a una carenza di magnesio, e questa, in seguito alla sospensione dell’alcol, porterebbe ai sintomi di DT. Tuttavia, come Flink riuscì a dimostrare, con una serie di esperimenti condotti su soggetti non-alcolisti, l’assunzione di alcol esercita un effetto immediato sul modo in cui il magnesio viene utilizzato dai reni. Bisogna anche tenere ben presente che l’alcolista in genere non segue una dieta appropriata; e di conseguenza il consumo di alcol si assomma alla carenza di magnesio.
Per riassumere i risultati delle ricerche del dottor Flink: l’alcolista, sia a motivo di una dieta insufficiente, sia perché l’alcol tende a sottrarre il magnesio contenuto nei tessuti, è estremamente soggetto a evolvere una carenza di magnesio. Quando ormai soffre di questa carenza, ogni suo sforzo per smettere di bere darà luogo a quei sintomi spaventosi che caratterizzano sia il delirium tremens che la semplice carenza di magnesio. E questi sintomi sono talmente insopportabili che per molte persone è impossibile rompere con la loro abitudine di bere. Ma con il semplice espediente di accrescere la quantità di magnesio presente nell’organismo dell’alcolista, i sintomi possono essere eliminati, e gli diviene molto più facile rinunciare alla sua letale abitudine. Non è nemmeno necessario che il magnesio gli venga somministrato per iniezione. Una dieta comprendente alimenti ad alto contenuto di magnesio, o un semplice supplemento per via orale quale può essere un supplemento di compresse di dolomite, potrà aiutarlo a ristabilire l’equilibrio del magnesio, e a non fargli più vedere gli “elefanti rosa”. Alcuni studi ancor più recenti condotti su pazienti cui era appena stato sospeso l’alcol ci forniscono “prove ulteriori” di una significativa carenza di magnesio negli alcolisti, come afferma il dottor Iohn E. Jones del West Virginia University Medicai Center.
La gravità dei sintomi da astinenza, una volta sospeso l’alcol, spesso è in parallelo con i ridotti livelli di magnesio nel sangue del paziente. Nel corso di uno di questi esperimenti, sette pazienti alcolisti cronici che in seguito alla sospensione dell’alcol avevano manifestato nervosismo o delirium tremens ricevettero forti dosi di magnesio il primo e il secondo giorno dopo la sospensione, mentre altri due ricevettero la loro dose di magnesio dal sesto al decimo giorno. Anche se in nessuno dei sette pazienti non-alcolisti del gruppo di controllo si notò una certa ritenzione di magnesio in seguito alla somministrazione di dosi di magnesio equivalenti, il dottor Iones vide che tutti quanti i pazienti alcolisti, ad eccezione di uno, avevano ritenuto del magnesio. Quando un’altra équipe studiò diciotto pazienti alcolisti cronici ricoverati presso il Cleveland Metropolitan General Hospital, si riuscì a dimostrare l’esistenza di una “relazione di massima” tra le manifestazioni neurologiche dell’astinenza dall’alcol e bassi livelli di magnesio nel sangue. Questa non è che un’altra delle aree delle malattie umane che, secondo quanto siamo giunti ad imparare, sono causate da una carenza di magnesio, o sono strettamente legate a tale carenza. E questo non è che un motivo in più per affermare che non è possibile sopravvalutare la necessità di una dieta che vi possa garantire un sufficiente apporto di magnesio.
Il magnesio aiuta a combattere i calcoli renali?
Se siete soggetto a calcoli renali, i dati che ora vi forniremo vi potranno salvare da sofferenze future. Ci sono infatti prove assai consistenti del fatto che un supplemento di magnesio protegga l’organismo dall’ accumulazione di depositi di calcio nel tratto urinario. Un’indicazione delle capacità anti-calcoli del magnesio è comparsa in uno studio condotto su cinque pazienti noti per essere soggetti a calcolosi renali (Joumal of Urology, novembre 1966) da F. Peter Kohler e Charles A. W. Uhle. Alcuni di questi pazienti risposero favorevolmente, ma i ricercatori concludono che i benefici effetti della somministrazione per via orale di preparati a base di magnesio dipendono dalle condizioni individuali. Nell’esperimento condotto da Kohler e Uhle la reazione migliore venne manifestata da una donna incinta di 33 anni, che nel corso di alcune precedenti gravidanze aveva espulso da otto a dodici calcoli. Nel corso dell’esperimento le venne somministrata quotidianamente una dose di magnesio variabile da 500 a 1500 milligrammi, per un periodo di sei settimane. Fu la sua prima gravidanza in cui non espulse nemmeno un calcolo renale.Le prove della protezione offerta dalle modificazioni del rapporto tra magnesio e calcio si sono venute accumulando costantemente per più di una generazione. In un numero di The Lancet del 1932 W. Cramer riferisce che l’eliminazione del magnesio dalla dieta dei ratti da laboratorio induceva la formazione di consistenti depositi di calcio nei reni. Non appena la dieta veniva integrata col magnesio, aumentava la quantità di calcio eliminata nelle urine e nelle feci. Ma già in anni precedenti un altro ricercatore, C. Hammarsten, aveva provocato la formazione di calcoli renali nei ratti nutrendoli con una dieta carente di magnesio. Il dottor Hammarsten formulava l’ipotesi che un’aggiunta di magnesio alla dieta ordinaria proteggesse dalla formazione dei calcoli. A quanto pare, il calcio ed il magnesio possiedono meccanismi di eliminazione paralleli. Se infatti a pazienti con disturbi renali viene somministrato del calcio per via endovenosa, si determina un aumento dell’eliminazione sia del calcio che del magnesio. Una comunicazione, di J. M. Kalfleisch ed altri, comparsa qualche anno fa sul Journal of Clinica! Investigation riferiva un balzo del 167% nella quantità di magnesio eliminata in seguito ad iniezioni di composti a base di calcio. E. S. Baker e collaboratori, in un articolo comparso sullo stesso Journal of Clinical Investigation, affermano che il tasso di eliminazione del magnesio in seguito alla somministrazione di un composto a base di calcio per via endovenosa sale del 227% al di sopra del livello di controllo. Tra i ricercatori che si dimostrano entusiasti riguardo al valore del magnesio nella prevenzione della calcolosi, si devono senz’altro annoverare P. F. Albuquerque e M. Tuna, che sul Journal of Urology (87, 1962) riferiscono di “una significativa riduzione dell’eliminazione di ossalato in seguito alla somministrazione di 150 milligrammi di ossido di magnesio per via orale”. C. A. Moore e G. E. Bunce riferiscono su Investigations of Urology (2, 1964) che in seguito alla somministrazione di una dose quotidiana di 420 milligrammi di ossido di magnesio a pazienti che soffrivano di calcolosi cronica, si è constatata una significativa diminuzione del tasso di calcio nelle urine. I medici clinici sono generalmente d’accordo sul fatto che è più probabile una carenza di magnesio che un eccesso. Quando manca il magnesio, si verificano crampi e spasmi muscolari, e l’elettrocardiogramma registra grafici che indicano un ridotto voltaggio. Si possono anche verificare degli attacchi di convulsioni. Questi sintomi acquistano un senso più preciso se pensiamo che il magnesio rappresenta uno dei fattori principali nella regolazione della trasmissione di impulsi dal sistema nervoso a quello muscolare, e nella regolazione di vari sistemi enzimatici. Può anzi essere impiegato in sede terapeutica come sedativo del sistema nervoso centrale. Per quanto a prima vista possano sembrare privi di collegamento, sintomi quali diarrea grave, vomito protratto e suzione nasogastrica (come si verifica in seguito ad operazioni chirurgiche), possono costituire tutti quanti un invito alla formazione di calcoli renali. Tutti questi disturbi, infatti, incoraggiano una carenza di magnesio. Anche i difetti di assorbimento, le infiammazioni dell’intestino e le coliti possono accrescere la vulnerabilità del paziente. I pazienti in stato di coma diabetico cui viene somministrata una terapia liquida e che ricevono forti dosi di insulina, come pure i pazienti sottoposti a trattamento diuretico, evolvono normalmente una carenza di magnesio. Anche gli alcolizzati cronici rappresentano candidati d’elezione, sia perché si nutrono in modo inadeguato, sia perché l’alcol accelera l’eliminazione del magnesio attraverso le urine. E insieme al magnesio va perduto un elemento di grande valore per la prevenzione della calcolosi.
Quali sono gli effetti della carenza di magnesio?
La carenza di magnesio provoca .svariati effetti, tutti disastrosi. Nei ratti dopo due settimane dall’induzione di una carenza di magnesio si manifesta per esempio la poliuria, ossia l’ escrezione di una eccessiva quantità giornaliera di urine. Il Journal of Laboratory and Clinical Medicine (voi. 59, 1962) riporta uno studio di W. O. Smith e della sua équipedi ricercatori. Anche se in un primo tempo i reni conservano il calcio e il magnesio, la concentrazione di magnesio nei muscoli e nel plasma diminuisce, e il tasso di eliminazione di fosforo sale, nell’ arco di quattro settimane, a trenta volte quello normale. Quando nelle cellule non vi è più magnesio, viene distrutta la struttura dei ribosomi, che contengono gli indispensabili acidi nucleici. In più, i corpuscoli chiamati mitocondri non sono più in grado di lavorare normalmente. Questi corpuscoli cellulari controllano gli enzimi che scindono la catena del glucosio per produrre energia. Senza magnesio gli enzimi non possono essere attivati, e i
mitocondri si disintegrano. Alcuni ormoni impiegati in qualità di farmaci possono disturbare il metabolismo del magnesio, causando una carenza locale. Si è scoperto che il cortisone, che dovrebbe ridurre le infiammazioni di origine allergica e artritica, ha come effetto collaterale quello di indurre uno stato diabetico. In altri studi si è visto che il cortisone riduce la concentrazione di magnesio nel sangue. Nel suo libro, molto ben documentato, The Raie of Magnesium in Biologie Processes, il dottor J. K. Aikawa dell’Università del Colorado scrive che il cortisone favorisce anche il riassorbimento del magnesio dall’appendice, dal cuore e dai muscoli. Da ciò conclude che: “Questi risultati ci portano a suggerire l’ipotesi che il cortisone induca sottili mutamenti nella distribuzione del magnesio nell’ organismo, mutamenti che non possono essere attribuiti alla sua azione diabetogena, o antinfiammatoria”.Il dottor Aikawa ricorda che anche la tetraciclina, un antibiotico, interferisce con il metabolismo del magnesio interrompendo la catena di reazioni mediante cui i mitocondri giungono a liberare energia. Il testosterone, la tirossina e la digitossina inibiscono l’azione del magnesio, ma a questo proposito sembra cheuno degli strumenti terapeutici che presentano i maggiori pericoli siano i raggi X. Sospettando che l’azione dei raggi X potesse danneggiare certi processi cellulari, il dottor Aikawa sottopose dei conigli maschi ad una esposizione totale ai raggi X, per rilevarne gli effetti sul magnesio.Vide allora che “la corteccia ossea, i reni e il cuore – tutti tessuti fino ad ora considerati radioresistenti – sono altrettanto sensibili all’irradiazione quanto l’appendice, lo stomaco e i testicoli”. Dopo sei giorni rilevò “una significativa riduzione del ricambio nel magnesio stabile”. Ciò che è certo ed evidente è che senza magnesio non ci si può assolutamente aspettare che l’organismo riesca a svolgere quei processi che sono necessari per il mantenimento della salute.