Lavorare è un rimedio bio naturale tanto che Voltaire diceva che il lavoro libera dall’ozio, mantiene in buona salute e, talvolta, arricchisce.
Dal lato suo, il cantante di Québéc Félix Ledere, affermava in una delle sue più celebri canzoni che il miglior modo di uccidere un uomo era pagarlo per non fare nulla. (Faceva, ovviamente, riferimento alle indennità di disoccupazione e all’assistenza pubblica).
“O pigrizia, abbi pietà della nostra lunga miseria! O pigrizia, madre delle arti e delle nobili virtù, sii il balsamo delle angosce umane!” Lafargue
Ma questo non è sempre vero! Potete anche “uccidervi di lavoro”.
In Giappone, c’è anche una parola per definire questo fatto: il karashi o “eccesso mortale di stress da lavoro”.
Di fatto, saper mantenere un buon rapporto lavoro/svago è un altro aspetto essenziale della lotta contro lo stress che fa ammalare.
Ed è anche un passo indispensabile per quelli che sperano di poter lavorare … ancora a lungo.
Infatti, nei centenari, si ritrova sempre una costante: sono persone sempre rimaste attive ma in modo moderato e seguendo ritmi regolari.
Siete «maniaci del lavoro»? Non è un lavoro come rimedio bio naturale!
Alcuni sono pigri o indolenti sul lavoro.
Altri lavorano davvero troppo e questo non è affatto meglio anche se la nostra società li incoraggia fortemente a ciò.
Il termine tecnico per definire la compulsione al lavoro è “ergomanìa”.
In modo più familiare, si parla di “mania da lavorò” (“boulomanie”) – o ancora di “workaholìsm”, all’americana.
Il termine “workaholism” è uno spiacevole anglicismo, ma esprime bene ciò che vuol dire.
Stabilisce senza ambiguità il fatto che il lavoratore compulsivo soffre di un serio problema di dipendenza, esattamente come l’alcolista.
Questo termine implica anche che, proprio come l’alcolista, il “drogato del lavoro” dovrà prendere provvedimenti importanti per liberarsi da questa dipendenza, per gratificante che sia.
La mania da lavoro può infatti causare:
• problemi di salute (disturbi cardiaci, gastrointestinali, ecc.);
• un burn-out, cioè un “esaurimento professionale”;
• problemi sessuali (quando la testa è sempre in ufficio è difficile rilassarsi e provare piacere, cosa che finisce per influenzare la funzione sessuale in un modo o in un altro);
• dissapori nella coppia (parallelamente ai disturbi sessuali nascono anche problemi di comunicazione e disponibilità);
• una perdita di efficienza (l’eccesso di lavoro è controproducente);
• diversi problemi psichici (ossessioni, depressione, aggressività, senso di colpa, perdita del senso della realtà, ecc.)
Quindi lavorare è un rimedio bio naturale se operato con moderazione e razionalità.
I 5 tipi di «maniaco del lavoro»
Ammettete di lavorare troppo?
Ma bisogna ancora sapere a quale categoria di maniaco del lavoro appartenete.
Solo a questa condizione potrete intraprendere una “cura di disintossicazione” efficace.
Ecco dunque i 5 grandi tipi di maniaco del lavoro e la corrispondente cura “fatta in casa”.
Noterete che è possibile trovarsi a cavallo tra 2 o 3 categorie.
Alcuni sono tipi puri mentre altri sono tipi misti.
Applicate le soluzioni di conseguenza.
In questa categoria troviamo ad esempio l’immigrato che deve mantenere la propria famiglia oppure la persona che si mette per proprio conto e fonda un’impresa. In questo caso sembra che il loro “dovere” li obblighi a non accontentarsi di un “dalle 9 alle 5”, se essi si assumono pienamente le proprie responsabilità.
Questa forma di mania da lavoro è difficile da guarire perché l’elemento patologico si dissimula dietro il senso di responsabilità o dietro un nobile sacrificio di se stessi.
Ma in realtà questi “grandi lavoratori” sono piuttosto dei “pigri che lavorano molto”, secondo la definizione di Léo Ferré.
Se vincessero un miliardo al lotto, per esempio, non avrebbero alcuna difficoltà a smettere di lavorare, contrariamente ad altri tipi di maniaci del lavoro, per i quali lavorare è un fine in sé.
Lavorare è un rimedio bio naturale; la soluzione per il «maniaco del lavoro»
Per molti maniaci del lavoro, esso rappresenta semplicemente una fuga da se stessi o un metodo di rimozione emotiva alla stregua dell’alcool o delle droghe. Questo tipo di maniaco del lavoro va in panico appena si trova a far nulla poiché allora tutte le sue fobie vengono a galla. La solitudine lo terrorizza., quindi non è una buona salute. Perciò si ubriaca – letteralmente – di lavoro per non pensare a nulla. È il “workaholist” allo stato puro.
Tra questi troviamo gli uomini che hanno debiti di gioco o che vivono al di sopra delle proprie possibilità. Una volta entrati nel circolo vizioso dell’indebitamento, non resta loro altro che lavorare sempre di più finché un “burn-out” o un fallimento non li ferma.
Sotto l’effetto del senso di colpa o di un forte bisogno d’essere amati dai propri genitori, alcuni uomini si sforzano di corrispondere ad un modello di perfezione inculcato da una certa educazione. Per questa gente la riuscita dal punto di vista finanziario o professionale diventa misura del valore delle persone e, per loro, la felicità è sinonimo di prestigio, gloria, fortuna o potere. Quando l’ambizione di essere perfetto vi attanaglia senza tregua, siete pronti a lavorare 25 ore su 24, week-end compreso. Ma sarete più felici quando avrete raggiunto il vostro obiettivo? A che cosa serve conquistare il mondo se si perde la propria anima?
Come i maniaci del rischio che sfidano la morte, un certo numero di maniaci del lavoro hanno una formidabile fame di sensazioni forti. Altri hanno bisogno di spendere la loro energia in eccesso. Questo tipo di uomini ama “funzionare” ad adrenalina consacrando lunghe ore al lavoro ed assumendosi pesanti responsabilità. Raggiungono così una forma di equilibrio. Queste persone non hanno per forza delle difficoltà ad affrontare la propria solitudine o i propri “fantasmi”, essi hanno molta energia e devono utilizzarla, in una maniera o nell’altra. Spesso sono anche leader. Si potrebbe paragonarli a “locomotive” capaci di tirare lunghi convogli e vagoni con pesanti carichi. Nella misura in cui !”‘amore per il lavoro” non causa un deteriorarsi della salute o della vita familiare non soffrite di mania da lavoro. In caso contrario, accettate di rivedere il vostro modo di lavorare.
Riferimenti biografici:
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