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Gli antiossidanti: i valorosi alleati della longevità anti radicali liberi.

Radicali liberi

L’organismo è sede di numerose reazioni d’ossidazione che producono gli inquietanti radicali liberi. L’infuso di foglie di olivo contiene ben si 4 anti radicali liberi.

La fonte può essere rappresentata dal semplice irrancidimento degli oli vegetali, dagli ultravioletti, come dalle sostanze inquinanti o dallo stress. Va detto che queste sostanze indesiderate sono molecole di ossigeno molto instabili alla disperata ricerca di stabilità. Ma, a causa della loro natura, i radicali liberi ossigenati provocano soltanto guai. II loro metodo d’azione può essere riassunto in tre tappe:

– in un primo tempo i radicali liberi destabilizzano tutto ciò che toccano.

– generano quindi processi distruttivi che provocano un deterioramento sempre più profondo delle cellule.

– infine, abbandonati a se stessi, i radicali liberi conducono all’invecchiamento precoce degli organi, alle malattie degenerative e al cancro.

Nonostante ciò, rassicuratevi: in condizioni di vita sana, si è in grado di domare questa forma di anarchia “radicale” Infatti l’organismo possiede enzimi antiossidanti molto potenti quali, tra gli altri, la superossido dismutasi o la catalasi.

A che cosa servono gli antiossidanti?

Ostacolano semplicemente l’azione dell’ossigeno libero sulle sostanze spontaneamente ossidabili all’aria. In altre parole, hanno il potere di neutralizzare e ritardare le reazioni d’ossidazione. E lo fanno a costo della loro vita…

Un legame fatale

Non entreremo nel merito di complicate considerazioni chimiche, va comunque precisato che gli antiossidanti hanno la capacità di reagire con i radicali liberi per formare radicali dotati di una debole reattività. In questo modo, essendo stabilizzati tramite il nuovo legame, i radicali liberi non possono più attaccarsi ai composti ossidabili. A questo punto occorre puntualizzare che, quando si legano ai radicali liberi, gli antiossidanti vengono irrimediabilmente distrutti. Questi kamikaze che difendono la nostra pelle hanno quindi una vita effimera e il loro esercito deve essere costantemente rinnovato. Ad esempio, una cellula può subire oltre 10.000 attacchi “ossidanti” al giorno. Inoltre, occorre prendere in considerazione due altri fattori importanti: innanzitutto, con l’avanzare dell’età, si assiste a un aumento della produzione endogena* di radicali liberi che avviene parallelamente all’indebolimento del sistema enzimatico anti radicale. In seguito, l’inquinamento, lo stress delle grandi città, gli alimenti trattati e raffinati sono tutti fattori che aumentano in egual misura la formazione di radicali liberi. Così, in condizioni di vita non ottimali, l’organismo può ritrovarsi nella situazione in cui i propri enzimi antiossidanti non sono più in grado di compiere il proprio dovere iniziale. È quindi indispensabile andare a cercare aiuto all’esterno.

SOS antiossidanti anti radicali liberi

Per fortuna è possibile aiutare l’organismo nella lotta contro i processi d’ossidazione. A questo scopo esistono in natura numerose sostanze chimiche molto diverse tra loro dotate anch’esse di proprietà antiossidanti.Si trovano sotto forma di vitamine, minerali, oligoelementi, sostanze vegetali bioflavonoidi, ecc. e pigmenti carotenoidi. È inoltre riconosciuta l’azione antiossidante di numerose piante e, senza alcun dubbio, ci sono ancora molti altri composti da scoprire. Tuttavia, anche se in linea generale i vari antiossidanti hanno la stessa funzione, non tutti agiscono agli stessi livelli e non tutti hanno la stessa efficacia. Di seguito sono descritti 5 antiossidanti principali, tra quelli conosciuti allo stato attuale, che sono considerati i più potenti.

I proantocianidoli: anti radicali liberi

Denominati anche oligomeri procianilodici (OPC), i proantocianidoli hanno raggiunto negli ultimi anni le alte sfere dell’albo d’onore delle sostanti anti radicali. Appartenenti al gruppo dei bioflavonoidi, gli OPC sono estratti soprattutto dai semi d’uva e dalla corteccia di pino. Tale estrazione consente di ottenere concentrati di OPC le cui proprietà antiossidanti sarebbero fino a 50 volte più potenti rispetto a quelle della vitamina E. Un altro punto di forza degli OPC è l’azione benefica che esercitano sull’intero sistema vascolare: restituiscono flessibilità alle arterie sclerotizzate, rafforzano le membrane dei vasi capillari e favoriscono l’attività sanguigna. Per giunta, studi recenti hanno dimostrato che gli OPC si fissano sulle fibre di collagene per stabilizzarle.

Il collagene è una proteina importante per il sostegno della pelle e dei tessuti connettivi. Per mantenere una pelle giovane e resistente è essenziale che le fibre di collagene rimangano elastiche e solide allo stesso tempo. È esattamente ciò che fanno gli OPC rinforzando tramite la costruzione di un ponte, i legami esistenti tra le catene peptiche che formano la proteina stessa del collagene. Ecco perché sul mercato odierno sono sempre più disponibili prodotti di bellezza ricchi di proantocianidoli. Infine, per trarre il massimo beneficio dagli OPC, si consiglia di assumerli contemporaneamente per via intera, come compresse, e per via esterna, sotto forma di crema. Nell’uso interno, per poter agire efficacemente, le dosi quotidiane di OPC devono situarsi tra i 50 e i 150 milligrammi.

Il betacarotene: anti radicali liberi

Il betacarotene è un pigmento di colore giallo arancione, presente nelle carote e in molte altre verdure. In biochimica il betacarotene è definito un “precursore” perché l’organismo è in grado di trasformarlo in vitamina A. Tuttavia, al contrario di quest’ultima, non presenta alcun rischio di tossicità, anche a dosi elevate. Ricorrere al betacarotene offre un doppio vantaggio: da un lato, si trae beneficio dalle sue notevoli proprietà antiossidanti, dall’altro si soddisfa il fabbisogno di vitamina A senza rischiare di subire pericolosi effetti collaterali. Come accade per la maggior parte degli antiossidanti, il betacarotene è stato oggetto di numerosi studi. Recentemente uno di questi studi ha “scagliato un sasso nello stagno” lasciando intendere che il betacarotene può favorire la comparsa del cancro ai polmoni! Quindi, prima di continuare nell’elogio dei meriti del betacarotene, faremo il punto su questo studio clinico le cui numerose falle sono state rapidamente scoperte. Nel 1994 il New England Tournal of Medecine ha pubblicato i risultati di un nuovo studio americano finlandese sul ruolo dei betacarotene nella prevenzione del cancro.

Per un periodo da 6 a 8 anni, a oltre 29.000 uomini fumatori, di età compresa tra i 50 e i 69 anni, erano stati somministrati quotidianamente:

• 50 milligrammi di vitamina E,

• oppure 20 mg di betacarotene,

• o l’associazione delle 2 vitamine,

• oppure un placebo.

I risultati del tutto sorprendenti rivelarono che né la vitamina E, né il betacarotene sembravano offrire una protezione contro il cancro ai polmoni. Aspetto ancora più inquietante, nel gruppo che assumeva il betacarotene le statistiche rivelavano l’esistenza del 18% in più di casi di cancro ai polmoni e un tasso di mortalità 15 volte più elevato rispetto a quello degli altri 3 gruppi. Questo studio fu rapidamente contestato in tutto il mondo. Ecco 6 obiezioni sollevate da numerosi scienziati che rimisero in questione l’esattezza dello studio.

1. La grande maggioranza dei tumori impiega decenni per svilupparsi. 6 anni appaiono dunque un periodo di gran lunga troppo breve per invertire o arrestare la progressione di un tumore derivante dall’abitudine al fumo che risale a molto tempo prima.

2. Gli uomini facenti parte del gruppo che assumeva il betacarotene che ebbero un tumore e quelli che morirono erano tutti grandi fumatori, in media da 36 anni. Anche se avessero smesso di fumare al momento dello studio – cosa che non si verificò – il tasso dei tumori non sarebbe diminuito in modo significativo neppure dopo 6 anni di astinenza.

3. È molto probabile che questi uomini avessero già cellule o tumori precancerosi.

4. La quantità somministrata di betacarotene era del tutto insufficiente. Per ottenere un effetto terapeutico preventivo e a maggior ragione curativo  contro il cancro, i dosaggi avrebbero dovuto essere nell’ordine di 50 milligrammi, ossia oltre 2 volte la dose giornaliera somministrata durante lo studio.

5. E inconcepibile che il betacarotene possa provocare il cancro: questo va contro tutti gli studi clinici e tossicologici realizzati fino a oggi su questo antiossidante.

6. Infine, tra il gruppo di uomini che non assunsero integratori, alcuni furono valutati come soggetti a minor rischio di cancro ai polmoni.

Sorprendente? Non del tutto, se si considera che questi uomini seguivano un’alimentazione che forniva loro il tasso più elevato di betacarotene e/o vitamina E. Quest’ultimo fatto, che non venne riportato dai mass media, conferma in definitiva ciò che la maggior parte degli studi ha dimostrato fino a oggi: maggiore è il consumo di antiossidanti, più si riducono i rischi di cancro. Nonostante un simile studio, gli scienziati continuano a mostrare un interesse sempre più accentuato per il betacarotene. II motivo sta nel fatto che molti altri studi – non controversi – hanno chiaramente dimostrato che questa sostanza può svolgere un ruolo preventivo, e talvolta curativo, nei casi di cancro alla pelle, ai polmoni, allo stomaco, al colon e alla prostata.

Da dove deriva tale efficacia?

In gran parte dalla configurazione spaziale molto particolare del betacarotene che gli consente di rinchiudersi in se stesso per intrappolare le prede. Ma anche dal fatto che esso è un grande protettore del nucleo cellulare e preserva quindi le cellule da danni irreversibili. Inoltre il betacarotene è senz’altro il compagno ideale della vecchiaia. Non soltanto riduce 1 rischi di malattie legate all’invecchiamento ma, come è stato dimostrato da esperimenti di laboratorio, allunga l’aspettativa di vita negli animali. Non esiste quindi alcun motivo per privarsi del betacarotene, tanto più che le relative fonti sono numerose e possono soddisfare il fabbisogno: è contenuto negli spinaci, nei broccoli, nella zucca, nelle carote, senza dimenticare il prezzemolo, le cipolline e il cerfoglio. È inoltre possibile assumere integratori di betacarotene: dosi giornaliere di 6 grammi, ossia 20.000 UI, sono sufficienti se si gode di buona salute.

Radicali liberi

 

Il selenio ache lui è un anti radicali liberi

Fu nel 1969 che per la prima volta, alcuni ricercatori americani stabilirono un legame tra la diminuzione del tasso di selenio nel sangue e un aumento dell’incidenza del cancro. Da allora sono stati effettuati centinaia di studi su questo prezioso oligoelemento. Tali studi hanno permesso di verificare e confermare che maggiore è l’insufficienza del consumo di selenio, maggiori sono i rischi di comparsa del cancro al retto, al colon, alla vescica, alla prostata, alle ovaie, al pancreas, ai polmoni, al seno e alla pelle.

Tra tutti i minerali, il selenio è l’antiossidante più importante per due buoni motivi:

– innanzitutto facilita la sintesi del superossido dismutasi, un enzima importante che l’organismo produce e utilizza per combattere i radicali liberi.

– inoltre aumenta il potenziale antiossidante della vitamina E favorendo l’azione stimolante esercitata da questa vitamina sulla produzione di anti-corpi. Ciò significa che un alto tasso di selenio è indice di un sistema immunitario in buona salu-te.

In aggiunta a queste sorprendenti caratteristiche, è anche provato che il selenio:

• rallenta alcuni processi d’invecchiamento,

• protegge i tessuti contro l’indurimento e rafforza le cellule del cuore.

L’apporto giornaliero raccomandato di selenio è pari a soli 70 microgrammi, Ciononostante, per trarre un reale beneficio dalle sue proprietà antiossidanti, sembra molto più adeguata una dose di 250 mcg la giorno. Ma attenzione: è bene evitare dosaggi più elevati perché il selenio può rivelarsi estremamente tossico. Quindi, il modo più semplice per evitare carenze di selenio è ancora quello di alimentarsi in modo corretto.

Dove trovi il selenio?

Si trova nei frutti di mare, nel pollo, nei semi interi, nell’aglio, nelle uova, nel lievito di birra,nei germogli di grano e nelle noci. Alcune verdure, come i broccoli, il cavolo, i cetrioli e i funghi possono rappresentare una buona fonte di selenio. Tutto dipende comunque dalla qualità del terreno da cui provengono le colture.

La vitamina E: un anti radicali liberi

Già da diversi decenni la vitamina E è nota per la protezione antiossidante che fornisce agli acidi grassi insaturi e ad altre sostanze lipidiche. La vitamina E svolge innanzitutto una funzione principale di protezione a livello della membrana delle cellule poiché è formata da acidi grassi essenziali. Al giorno d’oggi gli scienziati sanno che il tessuto connettivo intercellulare è composto da acidi grassi e che trae beneficio dalla presenza di questa vitamina. Ma non è tutto. Questo prezioso antiossidante protegge anche contro la distruzione per ossidazione della vitamina A, come gli ormoni pituitari, surrenali e sessuali. Inoltre, essendo presente in tutti i tessuti dell’organismo, la vitamina E è essenziale per il funzionamento corretto dei muscoli, del fegato, della ghiandola pituitaria, delle ghiandole surrenali, del sangue e del cuore. È anche necessaria alla formazione del DNA e dell’RNA di ogni cellula dell’organismo. Per quanto riguarda il cancro, l’azione preventiva e curativa della vitamina E è stata evidenziata attraverso numerosi studi scientifici. Essa sarebbe efficace, tra l’altro, contro il cancro al seno ed i melanomi. Casi recenti di tumore alla pelle sarebbero addirittura già stati guariti grazie alla semplice applicazione del contenuto di capsule di vitamina E sulle zone critiche. Infine, come succede d’altra parte per molti antiossidanti, l’azione della vitamina E sul sistema vascolare è assolutamente notevole. Ad esempio, attraverso la prevenzione dell’ossidazione del colesterolo cattivo (LDL), la vitamina E permette di ridurre l’accumulo di depositi sulle pareti delle arterie. Inoltre aumenta il livello di colesterolo buono (HDL), stimola la formazione dei vasi sanguigni secondari, prolunga la vita dei globuli rossi e mantiene la fluidità del sangue. Se la vitamina E è una sostanza tanto utile quanto eccezionale, la nostra epoca sfortunatamente non le rende la vita facile: gli oli estratti chimicamente, gli alimenti trattati e la farina raffinata non contengono quasi più vitamina E… Per assicurarsi un apporto adeguato di vitamina E, si consiglia di aggiungere regolarmente al proprio menu i germogli di cereali, le noci e l’olio d’oliva di prima spremitura a freddo.

La vitamina C: un potene anti radicali liberi

Ecco un’altra vitamina di cui si parla molto per le notevoli proprietà antiossidanti che possiede. Tale vitamina, conosciuta anche con il nome di acido ascorbico, ha un campo d’azione molto ampio. Innanzitutto, numerosi studi hanno dimostrato che la vitamina C permette di ridurre il rischio di diversi tipi di cancro tra cui il cancro allo stomaco e all’esofago. Va comunque precisato che le proprietà antitumorali della vitamina C non derivano soltanto dalla sua capacità di disattivare i radicali liberi. Infatti, l’acido ascorbico permette anche la formazione di nitroammine, sostanze altamente cancerogene derivanti dal nitrato di sodio. Questo composto chimico è un conservante alimentare utilizzato per mantenere freschi i sottoprodotti della carne. La vitamina C, che ha più di un asso nella manica, si è costruita una solida reputazione come agente anti-infettivo. Così, tra tutte le vitamine, è quella che esercita la maggiore influenza positiva sul sistema immunitario. La sua azione è visibile soprattutto a livello dei linfociti T che stimola, inoltre, aumenta la produzione di interferone, una proteina antivirale secreta dall’organismo. Numerosi esperimenti hanno dimostrato che l’acido ascorbico può essere di valido aiuto nel trattamento dei seguenti disturbi:

• raffreddore,

• polmonite,

• mononucleosi,

• epatite,

• herpes,

• meningite,

• difterite,

• reumatismi articolari.

La vitamina C è anche in grado di curare molte forme di allergia quali il raffreddore da fieno, l’eczema o l’asma. È inoltre molto efficace per neutralizzare gli effetti tossici del piombo e di molte altre sostanze chimiche emesse dall’inquinamento industriale. Infine, è provato che l’organismo ricorre alla vitamina C per regolare il livello degli ormoni dello stress. Per questo motivo molti nutrizionisti raccomandano di aumentare la dose giornaliera di acido ascorbico quando si attraversa un periodo prolungato caratterizzato da condizioni di stress elevato. Dunque ci sono tutte le ragioni del mondo per consumare regolarmente molta vitamina C. Da un lato perché non è tossica, anche a dosi elevate, dall’ altro perché è impossibile rifiutare tutti i benefici che apporta al corpo e alla mente.

Riferimenti:

Arrighi, P.P.. “Le point sur les vitamines antioxydantes et la pré. vention de la maladie”. Le Journal Vert, Inverno 1994 Bécar. O., “Les éboueurs des radicaux libres: les proanthocyanidols”. Le Journal Vert, Inverno 1994 Berger, S.M. How to be your own nutritionist. Avon Books, Stati Uniti, 1987 Davis, A. “Les vitamines ont leurs secrets”. Editions Tchou, France. 1977. “Technologtes alimentaires “Ed. Simep SA. Parigi 1988. Goyer, M.. “Le sélénium, antioxydant par excellence” Le Journal Vert, Autunno 1990 Ruefl, D. “Droit de réponse sur le bêtacaroténe”, Le Journal Vert, settembre 1994 Walter, M. “Pycnogenol: powerful antioxidant”, Natural Fealth, Luglio-Agosto 1993 Whalen, B.. “Protect Yourself with vitamin C*, Alive, Febbraio 1992 “Antioxidants: never too late”, University of California at Berkeley Wellness Letter Volume 10. Issue 8. Massio 1994. “Antioxygénes” , Encyciopaedia Universalis, Volume 2, Encyclopaedia Universalis, Parigi, 1968 “Protecting yourself with green tea’, University of California at Berkeley Wellness Letter, Volume 10, Isseu 12, Settembre 1994 “‘We’re still taking our betacarotene”. University of California at Berkeley Wellness Letter, Volume 10, Issue 10, Luglio 1994

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